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Dance life

Scultura e Danza: il re del flamenco Sergio Bernal e Auguste Rodin, l’erede di Michelangelo.

today13 Aprile 2024 3

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Photo by Albiru Mauriel Photography

Sergio Bernal, coreografo e ballerino, Premio Danza & Danza Italia – Interprete dell’anno 2023:

“Quando le arti si sposano …scultura e danza, il risultato è un’alchimia che si traduce in emozione interiore per lo spettatore…Rodin condivide il suo mondo interiore. Riesce a raggiungere un’emozionalità universale che a sua volta diventa personale, a seconda di chi visiona l’opera.”

A marzo di quest’anno la nostra penisola è stata piacevolmente “invasa” dall’Arte delle stelle della danza internazionale che hanno compiuto una sorta di minitour in Italia, primo tra tutti Sergio Bernal, il “re del flamenco”, com’è noto oramai in tutto il mondo. La estrella internacional del balletto classico si è esibita a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, per tre repliche sold-out, in un “solo” coreografato da Bernal stesso: Le Penseur / Il Pensatore, direttamente ispirato dall’omonimo capolavoro di Auguste Rodin (Parigi, 1840 – Meudon, 1917), lo scultore francese considerato l’erede contemporaneo di Michelangelo.

Verso la fine del XIX secolo Rodin scoprì il fascino della danza. Una folgorazione destinata a influenzare gran parte della sua produzione degli ultimi anni: l’artista deve essere pronto a lasciarsi consumare dal fuoco della propria creazione – così affermava.

L’importante mostra “Rodin e la danza” allestita al MUDEC – Museo delle Culture di Milano, in collaborazione con il Musée Rodin di Parigi, dallo scorso 25 ottobre 2023 al 10 marzo 2024 – inedita e originale, ha raccontato il fascino e il fortissimo imprinting creativo che la danza ebbe sul suo genio artistico. Al Mudec sono state infatti presentate quindici piccole statuette in terracotta, cui Rodin lavorò tra il 1902 e il 1913, peraltro mai esposte durante la vita dello scultore. Ognuna di esse raffigura un passo, una ‘figura’ di danza in cui molti ballerini potrebbero ritrovare ancora oggi una posizione fondamentale, congelata nell’attimo della scultura. La libertà e la radicale sperimentazione formale di queste terrecotte sconcertano l’approccio culturale e artistico del tempo. In quel contesto storico, infatti, nasce la danza moderna e contemporanea, in cui il movimento del corpo si scioglie in una nuova libertà ritmica senza precedenti, una destrutturazione e disarticolazione di forme lontanissima dai canoni del balletto classico eppure così attraente. Un’armonia tutta nuova e sconosciuta che era, di fatto, figlia di un’apertura e di una contaminazione culturale legata ad altri modelli di danza provenienti da culture altre, extraeuropee ed extra-occidentali. Siamo nell’epoca della prima vera globalizzazione culturale, grazie soprattutto alle prime Esposizioni internazionali: Auguste Rodin vive appieno questa liberazione del movimento del corpo tra il XIX e il XX secolo.

Una volta conclusasi la mostra, noi tutti possiamo ancora esplorare ed ammirare l’Arte di Rodin in feconda e vivida congiunzione con la danza, grazie al catalogo “Rodin e la danza”, prezioso volume edito da 24Ore Cultura, partner del progetto, pubblicato a corredo scientifico ed iconografico dell’esposizione omonima, a cura di Aude Chevalier, Cristiana Natali ed Elena Cervellati. L’opera, che con efficacia ci fa ripercorrere e rivivere i percorsi espositivi, raccoglie i saggi su arte, antropologia e danza delle curatrici e di studiosi del settore quali Sophie Biass-Fabiani (sull’arte di disegnare corpi danzanti) e Cyrielle Durox (sulla fotografia di danza al Museo Rodin), oltre al catalogo e agli apparati. Grazie al lavoro delle curatrici che nel volume ripropongono la divisione in tre sezioni realizzata nella mostra al MUDEC: Movimenti di danza, Influenze dall’Estremo Oriente/Rodin e la danza cambogiana, Rodin e la danza del nostro tempo/danza contemporanea. Nella prima, a cura di Aude Chevalier, conservatrice del dipartimento di sculture del Museo Rodin, si approfondiscono dettagliatamente i rapporti tra lo scultore e le sue “muse”, ovvero le danzatrici, fautrici delle prime rivoluzioni della danza libera o moderna quali Loie Fuller, Isadora Duncan, Ruth St. Denis insieme a Vaslav Nijinskij. Nel ricostruire, analizzare e interpretare i Movimenti di Danza di Rodin in mostra, l’Autrice enuclea il valore primo dell’esposizione al MUDEC: rendere noto “il compimento formale dell’interesse che” lo scultore de Le Penseur (datato 1903) “nutrì sempre per la danza” (p. 44). Di pari livello scientifico e critico sia la sezione a cura di Cristiana Natali (professore associato di Antropologia dell’Asia meridionale e della danza presso l’Università di Bologna) che mostra le influenze e le contaminazioni sulla danza occidentale da parte della danza cambogiana, diventata estremamente popolare in Europa tra fine ‘800 e inizio ‘900 grazie alle tournées delle danzatrici khmer a Parigi, e del particolare interesse di Rodin per la danzatrice giapponese Hanako, che scolpì, sia quella a cura di Elena Cervellati (professore associato di Storia della danza all’Università di Bologna e direttrice della rivista «Danza e ricerca. Laboratorio di studi, scritture, visioni») incentrata sulle suggestioni scultoree nelle creazioni della coreografia contemporanea dove la questione fondante e centrale del ritmo in danza affrontata da Rodin attraverso le opere in mostra trova una corrispondenza nelle creazioni di coreografi di primo piano del XXI secolo quali Anne Teresa de Keersmaeker, Anna Halprin o Alessandra Cristiani dove “quell’energia che pare prorompere dall’interno delle creazioni di Rodin […] è intimamente connessa con l’accanita ricerca di un’interiorità generatrice di movimento” (p. 71).

Il contributo fondamentale e di grande interesse generale del volume in questione, anche per via del pregiato apparato iconografico, è nella messa a fuoco e condivisione di quanto Rodin sia vitale nella transizione tra il tramonto di una tradizione & l’alba di una nuova era e visione, tra l’Ottocento & il nuovo millennio, come ponte tra l’Occidente e l’Europa & le culture extra-europee.

Scorrere le pagine del volume “Rodin e la danza” fornisce a noi lettori la lente giusta per assimilare la sua lezione teorico-pratica sulle origini della contaminazione che è alla base delle sperimentazioni artistiche contemporanee. Compresa, tra le più recenti, quella della stella del balletto classico internazionale Sergio Bernal e della sua compagnia nello spettacolo Rodin, lo scultore delle emozioni, dove il fulcro è proprio l’acclamato “solo” Le Penseur.

Per approfondire:

Catalogo Mostra: RODIN E LA DANZA. A cura di Aude Chevalier, Cristiana Natali e Elena Cervellati, Milano, 24 Ore Cultura Milano, 2023, pp. 194.

Sito Web: www.sergiobernaldancecompany.com

Scritto da: RADIO LEON

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